Il programma "Era Glaciale" ha diviso i telespettatori. Non è la prima volta che l'Olocausto trova spazio nello spettacolo, ma la domanda è: può un fatto così tragico trovare spazio e fornire materiale per l'intrattenimento?
Il talent si chiama "Era glaciale" e ha letteralmente spaccato l'opinione pubblica. Rea di tanto rumore è Tatiana Navka, ex pattinatrice professionista che si è esibita in pista con il ballerino Roman Kostomarov su una coreografia ispirata al film "La vita è bella". Vestiti col tristemente noto "pigiama a righe" -la divisa bianca e nera dei campi di concentramento- con tanto di stella di David cucita al petto; i ballerini, a loro dire, hanno reso omaggio alla colonna sonora del film di Benigni.
Il fatto non è isolato: già lo scorso aprile la TV russa era finita sotto accusa, sempre per lo stesso motivo. Durante una puntata di 'Ballando con le stelle', infatti, era andata in onda un'esibizione con l'attore Alexander Petrov vestito come un soldato delle SS.
Il caso "Era Glaciale" ha però un risvolto ancora più attuale: la pattinatrice è moglie dell'attuale portavoce di Putin. Il tema Olocausto, tuttavia, non è nuovo nel mondo dello spettacolo. A parte i film, moltissimi sono stati gli omaggi di tutto il mondo. Tra queste trasposizioni, nel 2008, anche un musical, "Il Diario di Anna Frank", che è stato portato in scena in spagnolo e soprattutto è stato il primo musical autorizzato dalla fondazione che cura il ricordo della Frank. Anche allora, la decisione non fu scevra da polemiche Ma già ci sono polemiche.
Quello che ci si chiede, tuttora, è quanto un fatto così tragico come l'Olocausto possa fornire materiale per l'intrattenimento. I social dibattono, la polemica infiamma e poi si placherà, come sempre. Fino alla prossima volta.